Associazione Protezione Civile Villa Cortese

missione sisma Abruzzo Maggio 2009

   

Era il 16 maggio quando siamo stati informati dalla Regione Lombardia che anche la Protezione Civile di Villa Cortese era stata inserita nella lista delle partenze per l'Abruzzo: insieme a noi Buccinasco,Mesero,Cologno,Abbiategrasso,Seveso,Pero,Besana,COM 18 e 20.

Tre volontari in tutto per associazione, data di partenza venerdì 29 maggio.

Dopo una breve riunione interna alla nostra associazione si decide che i primi a partire saranno Adriana , Giacomo e Giovanni.

L'adrenalina, l'emozione e la preoccupazione cominciano a farsi sentire.

Saremo in grado di dare il nostro aiuto? Di essere utili? Riusciremo ad applicare quello che in tanti anni di corsi ed esercitazioni ci è stato insegnato? Riusciremo a dimostrare competenza, serietà e professionalità?

Tutti e tre siamo consapevoli che questa volta ci troviamo di fronte all'esame più importante, alla prova più dura, quella che ci metterà di fronte alla realtà,alla concretezza.

La sera della partenza arriva in un baleno: un ultimo caloroso saluto alle famiglie e agli amici-volontari che a suon di clacson, indossando il tipico giubbino giallo ci dimostrano la loro vicinanza.

La colonna mobile parte da Agrate alle ore 23,30, dopo un breve briefing fattoci da Giancarlo, nostro capo-missione, nel quale ci viene consegnata una busta con i documenti di viaggio: permessi per l'autostrada,scheda carburante,numeri di telefono per i contatti,tragitto su cartina e fermate programmate.

Ci viene anche confermato che noi siamo destinati al campo di Monticchio2, ovvero Lombardia2, il campo meglio organizzato e meglio strutturato tra quelli gestiti dalla Regione Lombardia.

In colonna ci viene asseganto il N° 5, dietro noi altri 8 mezzi. La prima sosta è Bologna,la seconda Ancona.

E' notte fonda ormai ma tra poco le prime luci dell'alba incominceranno a illuminare l'interno dei nostri mezzi e la nostra mente e i nostri pensieri incominceranno a raggiungere l'Abruzzo.

Ultima uscita Giulianova,direzione L'Aquila-Monticchio. Di fronte a noi la maestosità del Gran Sasso dalle cime innevate illuminate dal sole. Stupendo.

Di colpo il silenzio piomba tra di noi: si incominciano a vedere le prime case distrutte dal sisma,le prime tendopoli,le immagini di un paesaggio senza più vita!

Nei nostri silenzi il pensiero corre alle numerose vite che dentro quei focolari hanno terminato il loro percorso terreno, alla fatica e ai sacrifici infranti in pochi secondi dalla forza della natura.

Sempre in silenzio passiamo il campo di Monticchio1. Cominciamo a vedere quello che ci aspetta.

Alle ore 8,30 di sabato 30 giugno posteggiamo il nostro automezzo nel parcheggio antistante il campo di Monticchio 2 , il nostro. Ci siamo.

Curiosità, impazienza, voglia di mettersi subito all'opera ci fanno dimenticare la notte insonne.

La sbarra di entrata al campo si apre: tutti ci aspettano, i residenti, perchè così ci è stato detto di chiamarli,ci sorridono e ci accolgono con simpatia.

Ormai sono abituati : ogni sabato un addio ai vecchi volontari e un benarrivato ai nuovi. Anche i volontari ci salutano, ci aspettavano e ci rassicurano.

Ci guardiamo intorno: circa 40 tende da 6 posti ciascuna per i residenti più camper e roulotte attorno al recinto; 3 tende della stessa capacità più un megatendone da 30 posti per i volontari.  E' in quest'ultimo che ci accamperemo.

Non si perde tempo, il capo-campo Daniele insieme al capo missione ci radunano per il primo briefing sul campo.

E' il momento dell'assegnazione dei compiti.  I nomi dei volontari scorrono fino a sentire i nostri.

Adriana si occuperà della dispensa, Giovanni della cucina insieme ai cuochi e Giacomo, vista la specializzazione, si occuperà dell'antincendio oltre alla carraia.

Non c'è nemmeno il tempo per scaricare il mezzo e montare la branda, subito il lavoro ci chiama!

Gli orari al campo sono duri: sveglia alle 6,00 per la preparazione e la distribuzione della colazione prima e del pranzo poi, gestione degli alimenti freschi in arrivo quotidianamente , turni alla carraia H 24, oltre ai lavori di logistica.

Il lavoro al campo è importante, le attività di vita quotidiana devono essere svolte con puntualità e professionalità ma ancora più importante è l'incontro con i residenti. ....." Di dove siete?". " Di Milano e provincia". " Vi troverete bene qui tra di noi".

Comincia così la nostra conoscenza con i residenti e via via che ci si frequenta si instaura immediatamente un rapporto di fiducia, stima, rispetto dei ruoli come si trattasse come di un contratto già scritto.    Il campo sorge nell' area prima destinata al campo sportivo locale.

I Volontari che ci hanno preceduto hanno lavorato bene: acqua calda ad ogni ora, impianto di fognatura perfettamente collegato,illuminazione funzionante.

I residenti ci raccontano di quanto la presenza della Protezione Civile abbia contribuito in maniera incisiva e determinante al buon funzionamento e all'organizzazione del campo.    Ci ringraziano in mille modi e in ogni maniera possibile.

Chi lo fa con un sorriso, chi con un cenno di approvazione,chi lo dice a voce di rintanarsi nella sua forzata solitudine.

Ciò ci riempie immensamente il cuore; noi che siamo venuti qui per riempire i loro cuori, per dispensare la nostra" apparente" serenità.........ma questa è la magnificenza del fare volontariato e dell'essere volontario!    Dare e ricevere nella stessa misura!

Domenica: S. Messa con Battesimo al campo.

Don Cesare ci invita al raccoglimento. Ciò che dice , in questo contesto sembra diverso, più profondo .

C'è che si racchiude ancora di più in se stesso in cerca di una speranza per il domani,di una certezza spirituale.

C'è nell'aria un'atmosfera profonda quasi misteriosa.

All'improvviso il pianto del piccolo Simone ci porta nuovamente alla realtà! E' un bimbo socievole e sorridente con tutti:

Nessuno lo ha mai sentito piangere, tranne oggi. Quasi a segnalare quella fiducia nel domani di cui tutti abbiamo bisogno.

E' un Battesimo anomalo, fatto in un campo della Protezione Civile dove il fonte Battesimale non è altro che un catino azzurro.

Un applauso rompe la commozione e la vita del campo riprende. E' l'ora della cena.

Ci sediamo accanto a Vincenza, Vincenzina per gli amici del campo.

E' una nonnina di 78 anni curva nel fisico , con una intelligenza e una memoria da fare invidia ad un dodicenne.

Con lei trascorreremo molti dei nostri pranzi, cena o dopocena. E' un piacere stare ad ascoltarla. E' una piccola enciclopedia vivente.

Ricorda date, aneddoti,fatti storici e ogni giorno ci dispensa le sue perle di saggezza.

Sempre vestita di nero con il bastone nella mano sinistra e la borsetta nella mano destra. La sua borsetta ora è la sua casa.

Non la molla nemmeno un secondo, nemmeno per reggere l'ombrello quando piove, nemmeno quando le offro il  mio braccio per accompagnarla in tenda.

Quanta tenerezza e dolcezza e quanta solidità nella sua personalità.

Mai un racconto di sofferenza, mai una lamentela,mai una parola negativa in relazione alla disagiata vita nella tendopoli del campo, per lei che con un rene in meno ha necessità di raggiungere i servizi igienici ogni 2 ore , notte inclusa!

Lunedì e martedì scorrono come il vento .

E' il 2 Giugno, Festa della Repubblica.

La giornata inizia con l'alza bandiera.

Volontari e residenti in fila sull'attenti e sotto la pioggia ascoltano in silenzio l'Inno di Mameli.

Mai come in tale contesto le note di questo Inno ci uniscono ancora di più nella nostra Italianità e nel nostro essere vicini nel momento del bisogno.

E' bello vedere che tanti Italiani si stanno facendo in quattro per aiutare altri Italiani e che del Tricolore non dobbiamo essere orgogliosi soltanto quando si vincono i mondiali di calcio!

Viene organizzata anche una piccola festa per i diciottenni del campo con la consegna della Costituzione............... Uno squillo, è il mio telefono!

Da Villa Cortese ci giunge il saluto dei nostri Volontari e delle Autorità Cittadine, tutti radunati per i festeggiamenti.

Anche loro stanno consegnando la Costituzione ai nostri ragazzi. Anche loro stanno ascoltando l'Inno proprio come noi.
Al campo di Monticchio come a Villa Cortese: i miracoli della vita!

Nel pomeriggio abbiamo due ore di tempo libero. Si va ad Onna. Visitare uno dei centri più colpiti dal dramma è di per se un dramma.

Ovunque muoviamo il nostro sguardo ci sono calcinacci, cumuli di macerie, tetti scoperchiati, voragini nelle abitazioni.

Siamo di fronte a una surreale realtà che sa di fantasia, di un film Americano, di un racconto dell' apocalisse.

La terrà non ha risparmiato nulla, in questo piccolo borgo.

Ha fatto cadere case e palazzi, ha distrutto centinaia di vite umane , ha ridotto alla tristezza un' ambientazione che era felice e festante e ha compromesso anche tutto ciò che c'è sotto i nostri piedi.

Siamo pietrificati di fronte a tanta distruzione.

Ci guardiamo, ma nessuno di noi ha il coraggio di parlare:tutto ciò che abbiamo visto fino ad ora, e pensavamo fosse già tanto, non è nulla rispetto a ciò che stiamo vedendo e vivendo in questa terra martoriata e distrutta.

Riprendiamo la macchina e in silenzio, con questo spirito distrutto, ci dirigiamo verso Villa Sant' Angelo: stesso scenario.

Il silenzio ancora una volta è calato fuori e dentro noi.

Rientriamo al campo,il piccolo Simone ci accoglie e ci sorride. La vita riprende.

Le nostre famiglie le sentiamo quotidianamente per telefono.

Le domande sono le solite: " come va?" " siete stanchi?" anche le risposte sono le solite.

Con il reciproco aiuto dei volontari che ora sono amici si supera tutto.

Mercoledì: ancora pioggia ancora freddo e umidità.

Da quando siamo arrivati il sole lo abbiamo visto un paio di ore in tutto.

I problemi incominciano a presentarsi.

L'acqua filtra ovunque, la corrente spesso manca ma il pronto intervento dei volontari risolve sempre ogni problema.

Oggi al campo c'è anche la ripresa della scuola.

Si dividono lo spazio loro destinato nella tenda refettorio i pochi alunni delle medie e delle superiori.

Due ore di lezione in tutto ma in queste condizioni di più non è possibile.

Per i più piccoli, asilo ed elementari, passa il pulmino a prenderli, perchè per loro le lezioni si tengono al campo di Monticchio1.

Poche ore anche per loro poi si rientra al campo base e tra un gioco e l'altro si trascorre la giornata.

Giovedì: finalmente il sole tanto atteso incomincia poco per volta a fare capolino.

Serve a riscaldare l'aria ma la sua influenza si sente anche nell'animo non solo dei volontari anche dei residenti.

Riprende la voglia di fare e di sorridere.

Venerdì: grande giorno!

Nel pomeriggio viene consegnato un prefabbricato per costruire la chiesa del campo.

E' molto piccola, mt4x4 ma ciò che conta è il significato che rappresenta.

I Volontari insieme ai residenti ( purtroppo ancora pochi quelli che partecipano alle attività lavorative del campo) nell'arco di poche ore la montano.

Manca però la campana!

Si corre allora in paese a recuperare quella della chiesa distrutta di Monticchio poichè; lì, dove si trova, non serve più.

Che bella, è veramente completa!

Le nonnine del campo recitano il primo rosario.

La serata trascorre in allegria poichè si organizza la " festa della rinascita di Monticchio".

Una band arriva dalla Toscana. Musica dal vivo, finalmente.

I residenti allestiscono una griglia: spiedini, salamelle,costate per tutti!

Musica, canti e balli, vino e giovialità fanno dimenticare per poche ore la tristezza nascosta nei cuori.

E' quasi la una di notte.

Il capo-campo richiama i Volontari per un riassetto del campo..................... non molla proprio mai!!!!!!!

Sabato: ancora un'emozione!

A colazione ci raggiunge per la prima volta in questa settimana, una nonnina di 100 anni.

Ci saluta con la mano e dice alla figlia che vuole il the al limone con qualche biscotto secco........ Sorridiamo.

Insieme al piccolo Simone sono l'esempio lampante della voglia di riprendere, di un futuro che si sta poco alla volta svolgendo.

Ore 11,00 : il capo-campo, ci raduna per l'ultimo briefing: ci vengono fornite le disposizioni relative alla partenza.

Noi possiamo lasciare il campo dopo le 19,00, qualcun altro invece dovrà attendere fino a notte fonda l'arrivo dei volontari entranti per il passaggio di consegne.

Tristezza? Malinconia?  No, in fondo torniamo a casa dalle nostre famiglie.

Ma c'è qualcosa dentro di noi che non ci fa sorridere ne rilassarci come si dovrebbe.

Come dice il responsabile del campo quello che abbiamo fatto è stato tanto, bello, utile, ora però dobbiamo andare e lasciare il posto agli altri.

Ore 19,00 : il capo-campo ci consegna gli attestati, ciò ci riempie di orgoglio.

Poi abbracci, baci, scambi di contatti foto, saluti e ancora abbracci e baci e ancora foto.... Gli occhi lucidi in tutti, nessuno escluso.

E' giunta l'ora dobbiamo farci forza, oltrepassare la sbarra e montare in aiuto .......... senza voltarsi sennò è la fine!

Riflettendo però ci accorgiamo che non è la fine ma anche per noi è un inizio.

L'esperienza fatta ci ha stancato nel fisico per aver dormito sempre troppo poco, nel morale per aver visto quello che abbiamo visto , ma ci ha reso incredibilmente felici nello spirito per avere lasciato un pezzettino, seppur minuscolo, di noi stessi nel grande puzzle dei soccorsi.

Sono queste le cose che valgono mille giorni della nostra vita.

Ciao Abruzzo, ciao residenti, un pezzo del nostro cuore resterà sempre qui con voi!

                                                                                                                                 Adriana Giacomo e Giovanni

 

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