Associazione Protezione Civile Villa Cortese
24-Giugno-2012 Finale Emilia:
Cronache di un'emozione
E' una calda domenica di fine giugno, sono le 7 quando lasciamo la nostra sede
di Villa Cortese.
I nostri due furgoncini sono stipati di viveri , prodotti per la pulizia e per
l'igiene personale, li stiamo portando a Finale Emilia, al Centro di raccolta
allestito dal Comune.
La sera prima, sul piazzale di un grande supermercato di Bisceglie siamo stati
coinvolti in una raccolta di generi vari, promossa da un gruppo di amici
appassionati di tango che hanno deciso di esibirsi per attirare l'attenzione dei
clienti e convicerli ad inserire nella lista della spesa qualcosa in più a
favore dei terremotati dell'Emilia.
Così gli scatoloni si riempivano in cambio di un casqué, di una languida
occhiata o del profumo di una rosa rossa tenuta tra i denti al ritmo sensuale
del tango argentino.
Lasciamo l'autostrada e ci dirigiamo verso Finale.
Notiamo dei capannoni che hanno una fila di gazebo davanti all'edificio; dentro
non è sicuro e allora le maestranze si sono trasferite all'aperto pur di
continuare a lavorare.
La giornata è sempre più afosa; la campagna si estende ordinata e tranquilla, il
grano attende la mietitura , ci accorgiamo che la strada che stiamo percorrendo
è attraversata da una lunga crepa.
Nonostante le abitazioni in questa zona siano davvero poche , molte mostrano i
segni lasciati dal sisma.
Una cascina crollata attira la nostra attenzione ma, il nastro bianco e rosso
che circonda molte case è un chiaro avvertimento, la casa è inagibile.
Così nei cortili le persone hanno montato le tende, quest'anno il campeggio si
farà sotto casa e con la speranza che arrivi presto qualcuno a dare il permesso
per rientrare.
Arriviamo a Finale , il magazzino di raccolta è situato in una zona periferica.
Eravamo convinti di trovare macerie ovunque come in Abruzzo, invece qui sembra
tutto normale: villette con l'orticello, negozi aperti e il tranquillo traffico
domenicale di persone e veicoli,qui scarichiamo una parte del materiale che
abbiamo raccolto.
Dobbiamo lasciare il resto dei pacchi nel magazzino della Croce Rossa che è
situato in una zona più centrale ed è allora che ci appare evidente che qui il
terremoto ha sfogato la sua rabbia.
Inoltrandoci nel centro storico immediatamente ci colpisce un cumulo di mattoni
sbriciolati che un tempo erano la Torre dei Mantovani del XIII secolo, tutte le
TV hanno mandato le immagini della torre divisa a metà, con l'orologio che
restava aggrappato in alto, dopo una forte scossa di assestamento è
definitivamente crollato, e così qualcuno ha affisso un cartello sulla
recinzione intorno alle macerie : " grazie torre per non aver fatto vittime
mentre crollavi, ora dobbiamo pensare alle nostre case e alle nostre fabbriche,
poi penseremo a te, è una promessa".
Stessa sorte anche per il Castello del 1400, un'ala resta in piedi, ma ha un
aspetto davvero precario.
Immagini viste e riviste in TV.
Guardandoci in giro non vediamo altri crolli così appariscenti, poi,
improvvisamente, ci rendiamo conto che stiamo percorrendo un paese fantasma: le
case sono in piedi ma, il nastro rosso sbarra porte e finestre, le strade sono
deserte e l'unico suono è quello dei nostri passi.
Nessuna voce proviene dalle finestre, nessuna musica, nulla che indichi una
presenza vivente, neppure un gattino sdraiato all'ombra o un cane che abbai per
noi.
Alcune finestre sono aperte , sono come occhi vuoti e bui, qualche tendina
sventola pigramente e dai vasi sui davanzali i gerani si chiedono perchè nessuno
venga più ad annaffiarli.
Non ci sono bambini che giocano e strillano, in un giardino vediamo un piccolo
patetico triciclo rosso abbandonato dal suo padroncino.
Nel cortile della scuola elementare pezzi di cornicioni e tegole sono caduti in
mezzo alle altalene e agli scivoli.
C'è una data su un frontone : 1930 e accanto una lunga crepa.
Alcuni vicoli sono sbarrati, qui le case sono lesionate in modo più vistoso e il
senso di abbandono è ancora più forte.
Ecco, la cosa più desolante di questo posto è il silenzio , perchè nessun
cronista ce lo ha raccontato; sempre e solo le immagini della torre crollata ,
molto drammatiche, certo, ma per noi la vera tragedia è che qui la vita non ha
più voce.
Il silenzio fa paura perchè ci obbliga ad ascoltare i nostri pensieri e le
nostre emozioni.
Eppure , nonostante tutto , queste persone hanno trovato il modo di dare voce
alla propria volontà di non arrendersi.
Sulle transenne che chiudono l'accesso al vecchio paese sono appese decine di
cartelli scritti a mano dai commercianti: Siamo di nuovo aperti..... La nostra
attività continua..... Ci siamo momentaneamente trasferiti in via.....
Ecco, questa è la dimostrazione tangibile che qui ci sono persone forti, hanno
certo bisogno di aiuto ma si sono già rimboccati le maniche.
Noi gli abbiamo portato dei viveri, loro ci hanno ripagato con una lezione di
grande dignità.
Associazione Protezione Civile Villa Cortese
©graphic by adelina